I 36 Canti del Baguazhang
L'articolo di questa settimana è del maestro Zanini Luigi che fa parte della commissione storico culturale del settore Baguazhang FiWuk e pone l'accento sui 36 canti del Baguazhang forse lo scritto che assieme ai 48 metodi si avvicina ad essere il testo accettato e condiviso da tutti i lineages dello stile.
"I Canti e i
Metodi del Baguazhang sono una fonte importante della teoria ma soprattutto
della pratica del Baguazhang. Canti e i Metodi permettono infatti di capire la
logica applicata del Baguazhang, a prescindere dallo stile e dalle molte
differenze che uno stile così giovane ha saputo produrre in soli 150 anni
(rispetto ad esempio ai 500 anni dello Xingyiquan).
Analogamente
ai 64 palmi di Liu Dequan o di Gao Yisheng, che con la loro linearità hanno
reso più facile la comprensione dell'applicazione marziale del Baguazhang, i
Canti ci danno un riferimento nella pratica a due dell'arte, permettendoci di
attraversare le acque a volte oscure della teoria degli otto trigrammi.
La loro
diffusione è iniziata verso la fine del secolo scorso, quindi circa vent'anni
fa, prima attraverso riviste cinesi specializzate, successivamente su qualche
libro statunitense ed oggi facilmente anche sul web. In origine erano tenuti segreti,
in quanto appannaggio dei Menren delle varie scuole, con l'impegno di non
divulgarli all'esterno. Oggi sono sempre più diffusi perchè non vadano perduti.
Sappiamo
che canti e metodi erano tradizione orale, venivano scanditi (cantati) durante
la pratica in modo da essere ricordati, e si usavano artifici retorici (rima,
cadenza, omofonie) per poterli facilmente memorizzare. Da qui la definizione di
“canti”.
A
differenza dei classici del Taijiquan e dello Xingyiquan, i Canti e i Metodi
mirano alla praticità e fanno uso relativo delle metafore legate alle energie e
ai principi. Costituiscono una voce che guida, fuori della forma, per
verificare se la pratica va nella direzione giusta. Sono come piccoli fari che
guidano le navi nel mare di notte, per evitare di andare ad infrangerci sugli
scogli e per non perderci.
Baguazhang
è uno stile sintetico, anche se apparentemente molto sviluppato (le forme
servono a sviluppare specifiche abilità), basato su principi e pensato per chi
ha già esperienza di combattimento. E' molto duttile, quindi si adatta
facilmente a qualunque pratica, perchè non ha una forma unica ortodossa (per
fortuna). Ma questo è anche il suo punto debole, perchè adattandosi molto
rischia di perdere l'allineamento ai suoi principi, nel momento in cui viene
troppo reinterpretato, perdendo così di vista il suo scopo.
Studio i
Canti e i Metodi dagli anni '90 e ne ho fatto la mia guida personale nella
pratica. Li ho tradotti in italiano (la versione di Shi Jidong tradotta da J.
Crandall) perchè mi erano utili nella pratica e nel 2007 li ho pubblicati sul
blog Ziran Neigong Quan perchè volevo fossero accessibili a tutti. Qualche anno
fa sono stati ripubblicati da un paio di altri blog di Baguazhang e in qualche
forum di arti marziali.
Attualmente
ci sono almeno 4 versioni del Canti e Metodi, tra loro leggermente diverse, ma
nel fondo molto simili, con poche variazioni di rilievo. Nonostante si facciano
risalire a Dong Haiquan, alcuni dicono che questi canti siano in realtà
rielaborazioni posteriori e che provengano dal lineaggio di Yinfu.
Personalmente credo che sia una questione di lana caprina, allo stesso modo in
cui i 64 palmi di Liu Dequan o di Gao Yisheng oggi vengono interpretati o
rivisti in modi diversi e con sequenze diverse, a seconda delle scuole e degli
stessi maestri nel corso della loro esistenza.
Cosa dicono
i 36 Canti? Sono una guida per punti (4 concetti per canto) alla pratica del
Baguazhang, adatta sopratutto per i principianti, ma vanno bene anche per gli
esperti, a seconda di quanto riusciamo a “leggere tra le righe”. Più entriamo
nel movimento descritto dai canti, più il sistema si presenta chiaro. I Canti
indicano gli elementi di base dell'arte (postura, movimento, uso del cerchio,
delle mani, dei piedi) misti insieme a spunti per il combattimento, a strategie
essenziali per guadagnare la mano, e indicazioni psicologiche per sopraffare
l'altro.
Accanto
alle indicazioni dell'applicazione, i canti di fondo danno precise indicazioni
su come il corpo debba stare e muoversi, in relazione al suo asse, in relazione
all'avversario, in relazione all'ambiente e alla strategia del combattimento.
Si ripetono solo in parte i principi che troviamo nei testi di Sun Lutang, di
Jiang Rongquiao, di Wang Shujin ad esempio. Il resto sono indicazioni chiare
sul modo di muoversi del Baguazhang. Ogni canto è pratica, ogni verso un
principio, ogni immagine una ispirazione. Seguendoli da vicino si possono
passare anni nella pratica, e se ne esce profondamente arricchiti.
Ma se
cerchiamo iI significato ultimo del Baguazhang, è l'ultimo canto, il numero 36
a darcelo:
"Il
vero significato del Bagua non è un mistero. Muovi agevolmente, comprendi la trasformazione,
e percorri il cerchio molte volte. Non bloccare, non creare struttura, non
perdere la mano. Sacrifica il tuo ego e scorri con le emozioni del tuo nemico”.
Il Bagua è
un'arte di combattimento essenziale, che richiede costante movimento,
cambiamento della direzione e dei vettori di forza, uso di passi rapidi e angolati,
e di poter esplodere in sequenza in qualsiasi momento senza perdere il
vantaggio della mano. La strategia è legata all'alternanza di cerchio e linea,
e l'invito a non bloccare è fondamentale, perchè tendiamo sempre e comunque a
usare forza dove non serve, e a rifugiarci nella struttura (reazione istintiva)
perdendo il controllo.
Questo
ultimo canto ci dice anche che dobbiamo mantenere un atteggiamento distaccato e
sicuro per inseguire il nemico, senza imporre la nostra volontà a tutti i
costi, ascoltando e seguendo il movimento dell'avversario, cercandolo non nella
tecnica ma nell'intenzione, e lì usare flessibilità e ascolto per trovare la
porta, aprirla e vincerlo. Lo stesso principio del cacciatore che insegue la
preda con abilità e dedizione.
Come
arrivare a questo risultato è quindi il compito dei 48 metodi, dove non si
parla più di cose di base ma di specifiche tecniche e di atteggiamenti
psicologici legati al combattimento. Ma questa è un’altra storia."
Luigi
Zanini
Bravo Luigi!
RispondiEliminaGrazie Loriano :-)
RispondiElimina