IL BAGUAZHANG E I BAMBINI
(Concetti e linee
guida per un corretto insegnamento).
Articolo del M.°Mauro Ria
Il Baguazhang fin dalle prime
generazioni di studenti si è caratterizzato per la sua elevata e
sofisticata tecnica (questione questa che non mi trova molto
d’accordo), quasi rivoluzionaria rispetto agli altri metodi di
Wushu (kung fu) fino ad allora diffusi.
Anche il metodo d’insegnamento già
partendo da Dong Hai Chuan, era a dir poco innovativo:
“ prendere concetti e principi che
sono alla base e regolano “l’Arte del Baguazhang” e adattarli
alla struttura ed alle esperienze marziali pregresse di ogni singolo
studente”.
Questo portò pian piano ad
identificare questo stile come qualcosa da insegnare a ad uno
specifico bacino di studenti dotati di cultura, capacità ed
esperienza particolari.
Quindi sicuramente non alla poteva
essere alla portata di tutti.
Alla luce di quanto detto la domanda
nasce spontanea : “il Baguazhang è adatto ai bambini?”
Io basandomi sulla mia esperienza
d’insegnante, e come me anche molti altri Maestri, crediamo di si.
Tenendo presente i grandi benefici a
livello cognitivo, fisico, salutare e psicologico che il Baguazhang
dona a chi lo pratica; è essenziale renderlo fruibile a tutti,
tanto più ai bambini.
L’importante e fondamentale è
avvalersi delle giuste e mirate metodologie d’insegnamento, che
soprattutto con i bambini sono da strutturarsi in modo “
specifico”, “personalizzato” e “attento”.
Nel Gruppo Baguazhang FIWUK è nato per
questo un progetto pilota che punta a portare il Baguazhang nelle
scuole a tutti i livelli e a cui noi Maestri che ne facciamo parte
crediamo moltissimo.

Competenze che vanno a supportare un
profondo lavoro di ricerca ed esperienza che richiede tempo.
Un buon inizio parte dalla definizione
di un piano pedagogico, che si occupi dei contenuti e dei metodi
dell’apprendimento, basato sulla programmazione sulla ricerca e le
attività di gruppo.
Programmare raccogliere, organizzare e
valutare dati rimodulando in continuazione la programmazione.
La comunicazione verbale e non verbale
è importante per una efficace interazione.
Tenere presente il fattore età sulle
motivazioni, sugli atteggiamenti e riguardo ai comportamenti.
Considerare ai fini pratici le influenze esterne all’ambito
palestra.
Ogni individuo apprende anche
indipendentemente , da ogni insegnamento, semplicemente perché
apprende dall’esperienza nell’affrontare problemi , dal ricevere
stimoli, dal rispondere a stimoli e trovare a tutto soluzioni.
E’ importante quindi in fase di
lavoro tenere in considerazione questi fattori.
Con i bambini è fondamentale seguire
ed adeguaree il lavoro al loro sviluppo fisico e naturale.
I diversi aspetti dello sviluppo
possono sintetizzarsi in:
- Fisico (sviluppo delle qualità fisiche corporee)
- Cognitivo (sviluppo delle abilità intellettive)
- Affettivo (relativo alle emozioni, sentimenti, umori)
- Sociale (relativo senso d’identità e alla capacità di relazionarsi con gli altri)
Non c’è una vera e propria scissione
tra sviluppo affettivo, cognitivo, sociale e fisico, ma questa è
stata introdotta solo per pura questione metodologica e di ricerca.
LO SVILUPPO FISICO
Fondamentale è tenere presente che il
corpo dei bambini è in continua formazione e sviluppo .
Quindi un lavoro fisico non adeguato
potrebbe minare se non addirittura stravolgere questo processo
naturale, portando eventuali conseguenze anche a lungo termine che
sicuramente non vogliamo.
Proporre lavori a livello fisico
adeguati e personalizzati all’età ed al fisico evitando ogni
influenza ai naturali processi di crescita e sviluppo .
LOSVILUPPO COGNITIVO
Secondo il ricercatore Jaen Piaget, lo
sviluppo cognitivo è importante perché:
L’intelligenza e il pensiero hanno lo
scopo di adattare l’organismo all’ambiente.
Per adattamento Piaget intende uno
stato di equilibrio ottimale nel rapporto tra organismo e ambiente.
Siccome sia l’ambiente che
l’organismo mutano continuamente questo equilibrio non è statico,
cioè no può essere raggiunto una volta per tutte, ma dinamico.
Un buon metodo per lo sviluppo
cognitivo è l’utilizzo degli “SCHEMI”.
Per “Schema” s’intende un
repertorio di azioni fisiche e mentali attraverso le quali si
acquisisce conoscenza. (Es. guardare un oggetto, trattenerlo in un
certo modo, classificarlo mentalmente come palla, etc.).
Il bambino inizia la vita con un
piccolo repertorio di schemi sensoriali e motori (guardare,
assaggiare, toccare,ascoltare, etc.).
Successivamente acquisirà schemi
sempre più complessi come confrontare oggetti, fare ragionamenti di
tipo logico deduttivo, etc.). Ma come avviene questa acquisizione di
schemi via via sempre più complessi?
Questo avviene tendenzialmente
attraverso tre fasi:
ASSIMILAZIONE
+ ACCOMODAMENTO = EQUILIBRAZIONE
- L'assimilazione consiste nell'incorporazione di un evento o di un oggetto ad uno schema comportamentale o mentale già acquisito. In pratica il bambino utilizza un oggetto per effettuare un'attività che fa già parte del suo repertorio motorio o decodifica un evento in base a elementi che gli sono già noti (l'esempio è il caso di un bambino di pochi mesi che afferra un oggetto nuovo e lo porta alla bocca, l'afferrare e il portare alla bocca sono movimenti già acquisiti che vengono però applicati ad un nuovo oggetto).
- L'accomodamento consiste nella modifica della struttura cognitiva o dello schema comportamentale per accogliere nuovi oggetti o eventi che fino a quel momento erano ignoti (nel caso del bambino precedente se l'oggetto è difficile da afferrare dovrà per esempio modificare la modalità di presa).
- I processi di assimilazione ed accomodamento mirano a stabilire uno stato ottimale di equilibrio tra organismo e ambiente
I due processi si alternano alla
costante ricerca di un equilibrio ovvero di una forma di
controllo del mondo esterno. Quando una nuova informazione non
risulta immediatamente interpretabile in base agli schemi esistenti
il soggetto entra in uno stato di disequilibrio e cerca di trovare un
nuovo equilibrio modificando i suoi schemi cognitivi incorporandovi
le nuove conoscenze acquisite. Metafora scienziato.
Jaen Piaget individua 4 punti di
“equilibrazione” particolarmente importanti, ognuno dei quali
introduce una nuova fase di sviluppo:
- Stadio senso motorio (0-2 anni)
- Stadio pre-operatorio (2-6 anni)
- Stadio operatorio concreto (6-12 anni)
- Stadio operatorio formale (12 e oltre)
Nello “stadio senso motorio “cme
suggerisce il nome, il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie
per esplorare e relazionarsi con ciò che lo circonda, evolvendo
gradualmente dalla fase (sottostadio) dei meri riflessi a quella
dell'inizio della simbolizzazione, passando attraverso periodi
intermedi di utilizzazione di schemi senso-motori via via più
complessi.
Nello “stadio Pre-operatoria”,
l'atteggiamento del bambino è ancora molto "egocentrico",
ovvero si rappresenta le cose solo dal proprio punto di vista. Crede
che tutti la pensino come lui e che capiscano i suoi pensieri;
tipicamente se racconta una storia lo farà in modo che un
ascoltatore che non conosce la storia non capirà nulla. Il bambino è
in grado di fingere, e quindi apprende ad usare i simboli. Un simbolo
è un oggetto che ne rappresenta un altro. Un esempio è il gioco
creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola per
rappresentare un tavolo, dei pezzetti di carta per rappresentare i
piatti ecc
Con il termine:”pre-operatorio e
operatorio”ci si riferisce a operazioni logiche o principi
utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino nellta fase dello
“Stadio operatorio concreto” non solo utilizza i simboli ma è in
grado di manipolarli in modo logico. Si assiste allo sviluppo di
nuove potenti operazioni mentali (addizioni, sottrazioni, inclusione
in classi, etc.). il bambino acquisisce la capacità di conservazione
delle quantità numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi. Per
conservazione si intende la capacità di comprendere che la quantità
rimane tale anche a fronte di variazioni di forma.
E’ questo il momento migliore a mio
personale parere, in cui il bambino può iniziare il percorso nel
Baguazhang.
Nello “ Stadio operatorio formale”,
che inizia a partire dai 12 anni il bambino riesce a formulare
pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove
il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può
ragionare in termini ipotetici
Il bambino che si trova nella fase
delle operazioni concrete ha delle difficoltà ad applicare le sue
competenze a situazioni astratte. Se un adulto gli dice: "Non
prendere in giro X perché è grasso, cosa diresti se lo facessero a
te?" la sua risposta sarebbe "Io non sono grasso".
Calarsi in una realtà diversa dalla sua è un'operazione troppo
astratta.
In questa fase è il periodo ottimale
per lavorare bene nella formazione marziale e del Baguazhang.
Concludendo e tirando le somme su
quanto accennato posso affermare sulla base della mia esperienza ,
che la pratica del Baguazhang per i bambini richiede particolari
metodologie d’insegnamento.
Il Maestro in questo percorso può
svolgere un azione importantissima sotto molteplici aspetti;
psicologici personali ed
interpersonali.
Il bambino impara ad interagire nel
gruppo attraverso il gioco, impara il senso di appartenenza , il
rispetto reciproco e la socializzazione;
nella sfera personale , prende
coscienza di se e del suo corpo attraverso la competizione,
l’emulazione e lo sforzo nel lavoro;
a tutto ciò aggiungiamo un equilibrato
sviluppo fisico e psicologico che porta ad una piena sicurezza dei
propri mezzi.
Il Bambino è un individuo in continua
evoluzione su cui impostare inizialmente (dai sette – anni in poi)
un lavoro di esercizio-gioco che progressivamente avvicina al JIBENG
(fondamentali)del Baguazhang.
Lavoro che gradualmente introduce ed
avvicina il bambino a conoscenze teorico pratiche utili per fargli
affrontare nell’adolescenza gli obiettivi e le mete che man mano
verranno proposti, valorizzando i progressi tecnici raggiunti.
Questa è una fase importante perché
va a formare e rafforzare il carattere del giovane individuo,
aiutandolo scalino dopo scalino nel percorso marziale iniziale.
Il Maestro fin dai primi momenti deve
creare contemporaneamente un rapporto di rispetto e senso del gioco,
inserendo la tecnica con discrezione ed in modo informale, per
rompere la naturale paura dei bambini verso ciò che non conoscono.
Attraverso questi giochi “mirati”
il bambino oltre a fare attività fisica assimila gradualmente i
fondamentali del Baguazhang in perfetto accordo con lo sviluppo
naturale dello stesso.
Nella fase successiva gradualmente i
giochi lasciano sempre più il posto ad un lavoro individuale tecnico
marziale secondo programmi sempre più specifici con verifiche e
mete sempre più evidenti.
Lo spirito marziale diventa più
tangibile contribuendo alla formazione del carattere.
Arrivando a questo livello attraverso
il confronto e la pratica con i compagni il bambino prende sempre più
coscienza dei propri mezzi e dei propri limiti osservando via via i
propri progressi.
Attraverso il confronto ed il
combattimento (molto soft), il bambino anche a proprie spese si rende
conto di quello che sta imparando , di ciò che funziona e ciò che
deve essere sistemato, i suoi movimenti diventano sempre più
precisi e realistici stimolandolo a lavorare.
Fondamentale è evitare la monotonia e
la noia, variegando continuamente esercizi ,tempi e attività anche
inserendo esercizi di altri sport.
Raggiunto questo livello diventa
fondamentale il lavoro nelle forme ( Taolu), che dovrà portare i
bambini a vederli protagonisti, sia nell’esecuzione che nella
valutazione delle stesse.
Il Baguazhang crescerà così di pari
passo con il bambino consolidando valori morali che si rifletteranno
per tutta la sua vita futura.
Io credo fermamente che un buon maestro
oltre che trasmettere “l’Arte” , deve forgiare uomini e donne
“migliori”, per un mondo migliore.
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