LA CERIMONIA DI BAISHI :Storia,Miti,Segreti

Al fine di dare un servizio di articoli originali,frutto costante del lavoro di ricerca del settore Baguazhang Fiwuk,proponiamo il lavoro del M°Fabrizio Pozzi sulla cerimonia del Baishi che va a completare il racconto http://baguazhangchronicles.blogspot.it/2016/08/ulisse-e-la-settima-generazione-del.html...buona lettura

"A titolo di anticipazione, di seguito proponiamo un estratto dell’intervento sul tema della cerimonia di Baishi previsto al prossimo Internal Power Journey, organizzato come di consueto dal settore Baguazhang della F.I.Wu.K.
Vista la quantità delle fonti storico-antropologiche reperite e la mole di lavoro dietro la stesura di queste poche righe, i riferimenti bibliografici saranno forniti in maniera completa a tutti coloro che parteciperanno all’evento.




La ricerca non esisterebbe senza la volontà di arricchire la propria conoscenza.
Un mio brillante amico un giorno disse “…la nostra esistenza è legata all’anima; il nostro spirito si

nutre di sapere e così restiamo sempre giovani; quando la nostra sete di sapere si affievolisce o, peggio, si esaurisce, l’anima non ha più senso di abitare questo corpo e vuole abbandonare questo mondo per tornare alla sua essenza ed evolversi altrimenti… il corpo degenera e muore, anche precocemente”. Secondo me, come modo di vedere le cose, ha un senso.
(…) c’è chi afferma di essere fiero dei propri allievi, perché insegnano molto e spesso sorprendono, nella pratica come nella vita. Ecco perché, ancora oggi, ha senso parlare di Baishi (di seguito “la cerimonia”).


È difficile fare informazione (o “controinformazione”) su un tema poco dibattuto e troppo di comodo in questo periodo storico, perché false idee di una tradizione lontana si sono ormai radicate e sono difficili da rinnovare… spesso anche l’attendibilità delle fonti viene messa in discussione.

Excursus Terminologico

Ormai di moda (nell’accezione negativa del termine), il processo di accettazione di un allievo (la cerimonia) resta un passaggio importante per tutte le parti coinvolte.
Iniziamo col dire che il termine Baishi non è completo: manca “la ragione” che motiva l’unione tra un tramite (maestro) e l’altro tramite (allievo). Il termine viene ancora oggi accompagnato dalla parola Xueyi (imparare l’arte) e credo questo sia sufficiente ad esplicare le ragioni di tale accostamento: la cerimonia è l’atto attraverso cui una delle due parti accetta di trasmettere le proprie conoscenze all’altra, che accetta di studiare con impegno “siglando” un accordo contrattuale vincolante ed unendosi al proprio maestro/gruppo con un vero e proprio legame famigliare.
Ufficialmente si entra a far parte di una discendenza, per questo è più corretto utilizzare il termine “tramite” piuttosto che Maestro/Allievo;
la relazione che si sancisce con questa cerimonia è quella tra antenati e discendenti, tramite il maestro.

L’origine del termine Baishi (“onorare i maestri”… al plurale) risale alle radici della cultura cinese;
 Con l’avvento delle prime società segrete (…) speculazioni già radicate nel corso della precedente “legislatura” variarono il significato del termine in un più opportunistico “venerare il maestro” e, a scanso di equivoci, alla caduta del suffisso Xueyi. Entrare a far parte di una discendenza venne il più delle volte sostituito con “famiglia” (nell’accezione confuciana del termine).

Il termine Xueyi significa, come già detto, “imparare l’arte”. Imparare, non semplicemente studiare.

Le origini del Baishi: l’accettazione dei discepoli nei monasteri buddhisti

Volendo cavalcare la fama del monastero Shaolin, tra le leggende che lo circondano vi è quella dell’accettazione dei discepoli; lunghe attese davanti al portone d’ingresso… cerimonia di accettazione segreta davanti all’abate ed ai fratelli... Osservare il candidato e, se ritenuto degno, accettarlo all’interno del gruppo, nell’osservanza di regole precise che antepongono al proprio ego il gruppo .

Il contesto storico/politico: Le società segrete

La base culturale dell’Impero era il confucianesimo grazie soprattutto al suo concetto di organizzazione sociale. La famiglia era il sostegno della società confuciana e su di essa si basava la struttura di tutti gli aspetti del paese. La pietà filiale (xiao) è un principio di reciproca obbligatorietà: i figli devono occuparsi dei genitori e gli stessi devono devozione verso i figli. Lo stato ha la stessa struttura della famiglia.
Contro una così radicale struttura, per rovesciare uno scenario socio-politico così conservativo, l’unica soluzione era servirsi dei naturali oppositori del confucianesimo. Chi si organizzò in società segrete contrappose il buddismo ed il taoismo (tra l’altro gli unici a saper leggere e scrivere al di fuori dei burocrati statali) all’approvata ideologia confuciana.

La società segreta della triade

Lo statuto della Triade era chiaro, non c’erano differenze di classe tra i suoi componenti 


Membri delle società segrete

Molte categorie discriminate quotidianamente erano ben accette nelle società, (…). La classe sociale su cui puntarono principalmente le società segrete fu quella contadina, la più numerosa ed estranea alla vita politica del tempo. Anche per questo la maggior parte delle tradizioni cinesi sono rintracciabili nelle abitudini contadine, difficilmente riproducibili invece nelle grandi città.

Vita interna delle società (la cerimonia segreta)

Per essere forte una società (segreta…?) deve avere una struttura interna inoppugnabile, delle guide e dei componenti integerrimi, con regole precise che ne rappresentino l’unicità, la particolarità ed il “distacco” verso il mondo estero. Come per il Confucianesimo, i riti rappresentavano l’elemento unificatore della comunità: 
“Per esercitare la più profonda influenza sulle nuove reclute, le iniziazioni dovevano essere cerimonie di ampio respiro, ma tematicamente semplici, cioè abbastanza complesse da ispirare timore, ma anche abbastanza accessibili alla comune comprensione…” 
Tramite la cerimonia il gruppo è legato, esclusivo e si crea un sottile collegamento riconoscibile solo fra i membri. le norme interne chiare, precise e stilate per evitare contrasti tra i membri.

Società segrete e politica

Nonostante le lotte con l’esterno, le società segrete rimasero dei movimenti orientati alla conservazione delle tradizioni... 


Diritti e doveri (di Maestro e Allievo)

...ne consegue che i doveri sono in egual misura divisi tra le parti, verso gli antenati, così come il rispetto reciproco tra i tramiti (che sia maestro/allievo o fratello/fratello).
Il dovere principale di ogni allievo è imparare, non solo studiare. egli non promette semplicemente di studiare con impegno, ma di imparare bene e diventare, quando sarà pronto, egli stesso “tramite” per le successive generazioni.
 A questo punto spero sia ormai chiaro che i veri protagonisti della cerimonia non sono il maestro e gli allievi, ma la conoscenza (manifestata nell’arte) e gli antenati.

Il dovere principale di ogni maestro è insegnare. A sua volta allievo, il maestro ha il dovere di rispettare l’impegno preso tempo addietro verso gli antenati, davanti al suo maestro, e rinnovato durante la cerimonia in cui lui si pone come tramite tra antenati e nuova generazione (discepoli); ancor più gravoso è l’impegno del maestro quindi, che ha il dovere di far rispettare all’allievo l’impegno appena preso verso gli antenati e rispettare egli stesso il suo. Per questo motivo è del maestro il pieno diritto di scegliere attentamente chi designare come allievo, in una catena di impegni reciproci lunga una genealogia. 


Riti e gestualità

(…) Analizzare la gestione del rito cerimoniale nelle sue diverse forme sarebbe inutile e dispersivo data l’innumerevole quantità di varianti sviluppatesi nell’arco della storia; restano come punti fermi alcune gestualità (di seguito riportate in ordine casuale) e pratiche rituali comuni alle diverse forme di cerimonia.

L’atto di inchinarsi è forse il più classico ed interessante gesto reverenziale proprio di tutte le culture orientali.

 Le offerte agli antenati sono un altro importante gesto (frutta, vino…)  è un privilegio essere in presenza degli antenati e poter bere e mangiare ciò che è stato “benedetto” da loro.
 La “lettera di intenti”, o “richiesta di baishi” da sottoporre a quello che sarà il nostro Maestro va redatta con formule ormai comuni e facilmente reperibili, così come le regole che vengono dettate dal Maestro all’interno del gruppo 

 La busta rossa (Hongbao) rappresenta un altro elemento caratteristico della cerimonia. Il rosso della busta e l’oro della scritta simboleggiano buona fortuna e tengono lontani gli spiriti malvagi. Importante è il contenuto monetario della stessa; è fondamentale fare attenzione a quanto viene donato ed evitare numeri male auguranti come il 4 (stessa pronuncia di “morte”) ed il 7 (disgrazia); sicuramente il numero 8 sarà visto positivamente .


 L’azione del Maestro di accendere gli incensi nel braciere preparato per l’occasione sotto le immagini degli antenati (a volte solo il fondatore è presente) è uno degli atti più comuni per richiamare “l’attenzione” degli antenati, che presenzieranno e benediranno la cerimonia fino a quando Maestro e nuovi discepoli non prenderanno congedo (quando gli incensi principali si stanno per spegnere) sancendo ufficialmente la chiusura della cerimonia."

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