Il Baguazhang e le Palme nel 2016
Chissà
se Shakespeare avrebbe mai apostrofato la questione con “ Palmo o
palma
questo è il problema”

E
Le 64 Palme una tecnica estinta a causa del Punteruolo Rosso.
E'
vero che Petrarca
,che a scanso di equivoci non era maestro di Baguazhang ,scriveva nei
suoi Trionfi “Mostrar
la palma aperta e ’l pugno chiuso”, e che in tutta la nostra
letteratura, da Dante ad Ariosto, da Foscolo a Manzoni, la superficie
della mano opposta al dorso è sempre di genere femminile.
Tuttavia
nell’uso informale quotidiano oggi usiamo la forma maschile
: palmo.

Gli
Accademici della Crusca nel
settecento ci raccontano che palmo
è
lo ‘spazio di quanto si distende la mano dall’estremità del dito
grosso a quella del mignolo; definizione seguita dall’attestazione
dantesca: “Perocch’i’ ne vedea trenta gran palmi / dal luogo in
giù, dov’uomo affibbia ’l manto” (Inferno,
XXXI).
Ed
il Palmo allora? Palmo per
‘palma della mano’ entra nella nostra lessicografia grazie al
TOMMASEO-BELLINI (1871), il quale inserisce delle locuzioni
particolari (“avere un palmo di barba”, “restare con un palmo
di naso”, “a palmo a palmo”), e uno dei Proverbi
toscani raccolti
da Giuseppe Giusti (“liscio come il palmo della mano”), corredato
della nota “il popolo fiorentino dice Palmo e non Palma”.
Giusti
insomma fa notare che l’impiego della forma maschile per la
femminile era ben radicato nel fiorentino vivo dell’epoca.
Particolarmente
interessante è il caso dello ZINGARELLI
che,
edizione dopo edizione, documenta l’evidente diffusione della
variante maschile nella penisola e, dunque, la sua rapida ascesa al
livello di lessico nazionale standard: fino al 2005, infatti, il
dizionario registra palmo
come
variante “specialmente toscana” di ‘palma della mano’;
nell’edizione pubblicata l’anno seguente scompare la restrizione
geografica e viene aggiunta un’attestazione pirandelliana (“mi
grattavo con una mano il palmo dell’altra”). Nell’edizione del
2009, poi, la fraseologia è accresciuta della locuzione “portare,
tenere qualcuno in palmo di mano,
(fig.) considerarlo, stimarlo moltissimo”.

Magari
qualche purista potrà aprire un dibattito sullo scontro moderno/
tradizionale tanto caro a noi praticanti e quindi magari affermare di
essere un purista del tradizionale e per ciò sostenere l'Italiano
del settecento.

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