Intervista al M° Mauro Ria
Maestro ci può parlare di lei :
“chi è il M.° Mauro Ria?
Non è facile raccontarsi, senza
dilungarsi troppo, ma cercherò di essere coinciso.
Sono nato a Roma il 4 luglio del
1964 ed in me scorre sangue del sud perché ho origini pugliesi.
Sono il primo di tre figli, ed ho
perso mio padre molto presto. Esperienza questa che mi ha costretto a
maturare molto in fretta .Sono cresciuto in una borgata all’estrema
periferia di Roma e in quell’ambiente mi sono avvicinato alle
arti marziali, spinto anche dall’esaltante carisma magnetico che
trasmetteva attraverso i suoi film Bruce Lee.
Quindi ha cominciato presto a
praticare arti marziali …
Si ho iniziato che avevo 13 anni
praticando Jiu Jitsu, finché, non ho preso un calcio in faccia
durante una scaramuccia tra ragazzi dopo una partita di pallone.
Allora ho pensato che ciò che
praticavo non rispondeva alle mie esigenze.
Da quel momento ho cominciato a
studiare con vari maestri col miraggio di trovare il Kung fu
imbattibile che esprimeva Bruce Lee.
In Italia di arti marziali cinesi,
in quegli anni c’era poco e molto frammentato. Lontano anni luce
dal mondo che anni dopo mi si è aperto.
Quando ha avuto il primo vero
approccio con il kung fu?
Ho conosciuto quasi per caso un
tizio di origine irlandese Loie Gallagher ( … non ricordo bene come
si scriveva il nome)aveva viaggiato molto sulla scia dei movimenti
giovanili degli anni sessanta ed in Indonesia e in Cina aveva
appreso l’uso di molte armi tradizionali. Non credo fosse un
maestro ma era molto bravo. Con lui in un garage attrezzato per
l’occasione io ed altri ragazzi cominciammo a lavorare sull’uso
di alcune armi tradizionali cinesi. Questo è stato il mio primo
contatto serio con il Kung fu.
Poi Loie spari improvvisamente ,
seppi in seguito che era morto in Malesia da mercenario.
Da quel momento mi sono interessato
e tutto ciò che era Kung fu (shaolin, tantui, qinna, tsieu lam,
chang quan, baijquan, jet kune do ecc. ecc.).Ma i veri ed importanti
studi li ho fatti nel Baguazhang e nello Xingyiquan.
Chi è stato il suo maestro più
importante nella sua formazione ci parli di lui.
Beh ho appreso e continuo a
studiare seguendo chiunque possa fare crescere il mio kung fu, e
considero tutti quelli che mi hanno aiutato a farlo importanti alla
stessa maniera
Devo menzionare però uno fra tutti
il M.° Giuseppe Capriglia. E’ con lui che ho avuto l’opportunità
di praticare con tanti artisti marziali delle più svariate scuole
provenienti da tutto il mondo, quindi confrontarmi e conoscere.
Con lui ho appreso un metodo di
studio e l’approccio aperto e di ricerca che ha fatto si che in una
stagione come quella delle arti marziali nell’Italia degli anni
settanta, venissi in contatto in anticipo sui tempi quello che si
stava affacciando nel panorama italiano come “Wushu”.
Molti oggi, non si rendono conto
vivendo nel mondo in cui basta premere un pulsante o navigare in
internet e si possono vedere arti marziali, Maestri, stili e
tecniche di ogni parte del mondo , quanto era complesso per noi a
quei tempi formarci in maniera seria e genuina. Solo chi aveva
l’opportunità di viaggiare in oriente era agevolato. Poi
cominciò ad arrivare nel nostro paese una nuova spinta culturale
dalla Cina e nei primi anni ottanta molti cominciarono ad andare
direttamente alla fonte dai maestri affermati, favorendo una crescita
tecnica generale non indifferente.
Grazie al M.° Capriglia tramite
esponenti accreditati alla FAO, l’ambasciata cinese e
l’associazione Italia Cina proprio alla fine degli anni 70 e nei
primi anni 80, ho scoperto e mi sono innamorato del BAGUAZHANG e
dello XING YI QUAN, stili che non ho mai smesso di studiare, e che
sono diventati la mia vita. Mi viene da sorridere ricordando, a
quanto tempo abbiamo dedicato allo studio ed alla ricerca intorno a
questi due meravigliosi stili. Valido aiuto in quegli anni ci è
arrivato soprattutto dalle scuole di maestri cines; americane,
canadesi ed inglesi più aperte a condividere.
Ricordo con soddisfazione una
esibizione del nostro Gruppo Wushu della Fao all’interno delle
mura vaticane,tutti seguivano con curiosità chiedendosi cosa fosse
quella specie di “karatè”.
Credo sia stata la prima esibizione
di arti marziali in Vaticano.
Sono passati tanti anni e oggi,
ancora più che mai col M.° Capriglia ci confrontiamo e studiamo con
lo stesso entusiasmo di allora.
Gli stili che studio ed insegno
nella nostra scuola, sono in continua evoluzione e per evitare di
allontanarsi dai principi più tradizionali dell’arte snaturando
l’arte stessa, un valido aiuto ci arriva dalla scuola del M.° Liu
Jing Ru tramite il M.° Kong Cheng. Altro apporto non indifferente
viene dalla scuola del M.° Zhao Ming Hua con cui abbiamo ottimi
rapporti.
Comunque posso affermare con
sicurezza che il M.°Giuseppe Capriglia ha avuto un ruolo
fondamentale nella mia formazione.
Nella vita la”missione” di ogni
Maestro, oltre che migliorarsi giorno per giorno, è trasmettere le
sue conoscenze ai suoi allievi a patto che ne siano degni , per far
si che “l’Arte” non vada persa.
La “trasmissione” oltre che
essere un dovere, è per ogni maestro un grande privilegio che non ha
prezzo, quindi nell’espletare tale funzione deve avere maturato una
profonda conoscenza e convinzione di ciò che insegna, astenendosi da
tutto ciò che può svalutare, deformare, svilire e degradare
l’immenso tesoro, ch’egli ha la prerogativa di trasmettere.
Ogni Maestro deve prima di tutto
costruire “uomini veri”, di alto spessore morale che facciano del
“codice etico marziale (Wude)” uno dei pilastri della loro
esistenza.
Questo intendevo con la definizione
“allievi degni”e siccome padroneggiare “l’Arte”oltre che
migliorare la salute rende forti sia nel corpo che nell’anima, si
acquisisce il potere di essere capaci di cambiare il “senso delle
cose” nel bene e nel male.
Quindi “Uomini migliori”
rendono migliore lo stato sociale ed il mondo che viviamo,
trasmettendo valori che sono l’essenza più profonda delle arti
marziali, e che nel mondo moderno purtroppo stanno sparendo,
lasciando dei vuoti che inaridiscono la società.
Maestro come vede il panorama delle
arti marziali cinesi in Italia?
Dando una mia prospettiva
strettamente personale posso dire che in Italia si sono vissute varie
stagioni intorno alle arti marziali cinesi. Alcune le ho vissute da
atleta altre da insegnante.
All’inizio tutto si muoveva sulla
scia dell’esaltazione trasmessa dalle pellicole di Bruce Lee e
dai “kung fu movies” che arrivavano principalmente da Hong Kong.
C’era molta improvvisazione tranne alcune eccezioni, ma il numero
dei praticanti di queste discipline cresceva sempre più. Tutto
questo movimento cominciò ad essere incanalato ed organizzato in una
veste più sportiva attraverso i primi tornei. Erano i tempi della
“Fikteda” prima Federazione italiana (di cui ho memoria) che
raccoglieva in se Kung fù, Tae kwuon do e discipline affini.
Iniziò a diffondersi il Wushù e
nel nostro paese comincio a crescere notevolmente il livello delle
competenze tecniche, grazie anche all’apporto della “Fitak”
federazione italiana Kung fù che nel frattempo era subentrata alla
Fikteda. La Fitak prima e subito dopo la “Fiwuk” Federazione
attuale, incanalarono sempre più il WuShu ( o kung fù…)in un
sistema strettamente sportivo ed agonistico, dai cui molte scuole di
estrazione più tradizionale non legate all’ottica delle
competizioni sportive si sono dissociate seguendo percorsi paralleli,
che più rispecchiavano il loro modo di vedere le arti marziali, o
addirittura isolate nelle loro palestre continuando a lavorare e
studiare attraverso i loro maestri di riferimento..
Oggi credo sta nascendo una nuova
stagione per le arti marziali cinesi, in Italia.
Si sta gradualmente andando oltre
l’aspetto unicamente sportivo.
E’ grazie anche a tante iniziative
promosse dalla Fiwuk si sta materializzando una nuva realtà che va
a valorizzare anche aspetti più culturali , tradizionali e profondi
delle arti marziali cinesi, che anche nella stessa Cina si stanno
pian piano perdendo.
Maestro cosa pensa della Fiwuk?
Io penso che la “Fiwuk”,
attraverso questo fresco, importante e solido progetto che porta a
valorizzare e legare sepre più gli aspetti sportivi e gli aspetti
più tradizionali e culturali del wushu Kung fu, stia facendo
riavvicinare tante scuole che attraverso lo scambio e la condivisione
del loro patrimonio tecnico, stanno mettendo a disposizione le loro
conoscenze.
Da questo, tutto il settore non può
che crescere e svilupparsi.
Sono convinto che si possano fare
grandi cose, che andranno a migliorare il valore tecnico delle
competenze di tutti.
Per questo mi sono messo a
disposizione, per contribuire umilmente con le mia esperienza a
questo progetto, con il sogno di vedere” tutti” , in un futuro
non troppo lontano uniti in una grande e variegata famiglia.
Promotori anche fuori dei nostri confini di una nuova “importante
stagione” che ancora è tutta da scrivere.
La ringrazio e le porgo i miei
saluti e buon lavoro.
Saluti marziali a tutti dal M.°
Mauro Ria
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